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Una poesia anonima

Una persona iscritta al gruppo Facebook “Ricordiamo i 630.000 militari italiani internati dai nazisti” inviò questa sua poesia alla signora Loredana Chinatti. La poesia venne scritta da un commilitone che la donò a suo nonno IMI. Con il suo permesso fu inviata al Museo IMI di Padova ed ora posso girarla a voi.

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Un diario segreto in tempo di guerra

Il 1° gennaio 1944 Gennaro Di Maio inizia a scrivere sulla sua nuova agendina che, probabilmente, ha ricevuto in regalo. La sua è una storia commovente che giorno dopo giorno racconta il dolore straziante causato dalla perdita della giovane moglie Anna Fulcheri.
Nel suo diario si rivolge a lei invocandola e chiedendole protezione. Ma il diario si interrompe il 23 novembre. Gennaro si ammala e di lì a poco morirà.
Il nipote di Gennaro, Stefano Gambetta, ha recuperato questo prezioso documento che, oltre ai contenuti ancora da esplorare, ha la caratteristica di essere miniaturizzato, com’è possibile vedere nelle foto qui sotto. Aspettiamo che il diario venga trascritto e siamo disponibili ad ospitarlo in queste pagine.

Una canzone d’amore

Trascrizione di quanto scritto a mano nella foto.
In alto: Parole  di Cosenza  Pantaleone – Chieti; Musica di Falla Renzo – Vercelli.
Sotto il testo, in lapis: “Scrissi questa canzone per una ragazza russa, che amai tanto nel periodo di tempo della mia prigionia germanica”. Waltershausen, 5-5-945. Segue la firma autografa di Leo (così lo chiamavano) Cosenza.
A destra dell’ultima strofa, le firme dei due autori: R.Falla e Cosenza Pantaleone.
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Pantaleone Cosenza, di Roccascalegna (CH), nato il 21/01/1920, deceduto il 15/01/2015. Sergente maggiore del 63° Rgt fanteria, catturato sul fronte greco, a Tripolis, il 9/9/1943, internato c/o lo stalag IXc con il numero 48565.
Leo.Cosenza
Fu impiegato nel lavoro coatto c/o Arb. Do 936 a Waltershausen. Capo campo, per essersi rifiutato di scegliere, dopo una dura giornata di lavoro in fabbrica (12 ore, più il tempo per andare e tornare) una squadra di compagni per lavorare durante la notte, venne spedito in un campo di punizione dal quale uscì vivo, solo perché quando ormai era allo stremo delle sue forze, venne riconosciuto da un tenente con cui era stato sul fronte greco e ricondotto nel campo di provenienza. Liberato nell’aprile del ’45, riuscì a rientrare a casa, in Abruzzo, il 21/07/45. (Racconto a cura di Clelia Cosenza, figlia di Leo).

Memoria e ricordo

Ogni giorno, non solo per il Giorno della Memoria o del Ricordo, bisogna adoperarsi, per un dovere storico, per un impegno etico e civile, nella salvaguardia della memoria individuale e collettiva di chi chi ha subito le guerre mondiali, i lager, i gulag, le foibe, internamenti, prigionie, persecuzioni, discriminazioni razziali.L’Olocausto e la Shoah furono il culmine della follia umana, ma nella Grande Storia confluiscono anche le piccole storie dei nostri avi, genitori, nonni, parenti che non meritano l’oblio.Evandro Dell’AmicoMassa, 8 FEBBRAIO 2020

Ricordino di Buvet Umberto

Tra i ricordi di mio papà Giovanni Riccardi che è stato prigioniero in Germania c’è questo ricordino funebre che hanno voluto fare i compagni di prigionia. Se fosse possibile pubblicarlo sulla pagina fb e anche sul sito, magari qualche parente potrà avere un ricordo. Grazie.
Alessandra Riccardi

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