Trascrizione di quanto scritto a mano nella foto.
In alto: Parole di Cosenza Pantaleone – Chieti; Musica di Falla Renzo – Vercelli.
Sotto il testo, in lapis: “Scrissi questa canzone per una ragazza russa, che amai tanto nel periodo di tempo della mia prigionia germanica”. Waltershausen, 5-5-945. Segue la firma autografa di Leo (così lo chiamavano) Cosenza.
A destra dell’ultima strofa, le firme dei due autori: R.Falla e Cosenza Pantaleone.
Pantaleone Cosenza, di Roccascalegna (CH), nato il 21/01/1920, deceduto il 15/01/2015. Sergente maggiore del 63° Rgt fanteria, catturato sul fronte greco, a Tripolis, il 9/9/1943, internato c/o lo stalag IXc con il numero 48565.
Fu impiegato nel lavoro coatto c/o Arb. Do 936 a Waltershausen. Capo campo, per essersi rifiutato di scegliere, dopo una dura giornata di lavoro in fabbrica (12 ore, più il tempo per andare e tornare) una squadra di compagni per lavorare durante la notte, venne spedito in un campo di punizione dal quale uscì vivo, solo perché quando ormai era allo stremo delle sue forze, venne riconosciuto da un tenente con cui era stato sul fronte greco e ricondotto nel campo di provenienza. Liberato nell’aprile del ’45, riuscì a rientrare a casa, in Abruzzo, il 21/07/45. (Racconto a cura di Clelia Cosenza, figlia di Leo).